Pipì a letto (enuresi)

Pipì a letto (enuresi)

Cos’è l’enuresi?

Molti bambini bagnano il letto durante la notte: è un fenomeno chiamato enuresi notturna. Consiste in qualsiasi perdita involontaria di pipì durante la notte, in un’età superiore ai 5 anni. È una condizione molto frequente, ma che molto spesso viene nascosta e non sempre i genitori ne parlano con il pediatra di riferimento.

Gli studi condotti nell’ultimo decennio riportano una prevalenza del 10-20% nei bambini di 5 anni, del 5-10% all’età di 10 anni e del 3% nei ragazzi tra i 15 e 20 anni. A differenza di quanto erroneamente ritenuto, l’enuresi può essere presente anche nello 0.5-1% dei pazienti adulti (“L’enuresi, un problema che non va nascosto” Pediatria Preventiva&Sociale, Anno XI-numero 4-2016; pag.14).

 

Quanti tipi di enuresi ci sono?

Si parla di enuresi primaria quando la condizione è presente da sempre e il bambino non ha mai acquisito il controllo vescicale notturno; ed enuresi secondaria quando non è presente da sempre, ma compare dopo un arco temporale di almeno un anno nel corso del quale il bambino si teneva asciutto durante la notte. L’enuresi è causata da una sovrapproduzione di urina durante la notte o da una capacità insufficiente della vescica e dalla difficoltà a svegliarsi durante la notte a seguito dello stimolo di vescica piena. Quando l’enuresi è l’unico sintomo e avviene solo di notte è chiamata mono-sintomatica; mentre quando la perdita di urina avviene anche durante il giorno e sono presenti altri sintomi vescicali diurni si parla di enuresi non-monosintomatica.

 

Quali sono le implicazioni psicologiche?

Gli aspetti psicologici, nel caso di enuresi primaria, sono da considerarsi delle conseguenze del problema: bassa autostima, senso di colpa, sentimenti di vergogna, senso di inefficacia, e possibili ripercussioni a livello sociale in quanto se il disturbo permane anche in adolescenza potrebbe compromettere le situazioni aggregative con i pari, come dormire fuori casa; mentre nell’enuresi secondaria va considerata la presenza di cause psicologiche e/o comportamentali, come ad esempio il Disturbo da Deficit di Attenzione con/senza Iperattività, che molto spesso è in comorbilità con l’enuresi. Si sono osservati altri disturbi in associazione con l’enuresi: ansia da separazione, fobie specifiche, ansia sociale e disturbi comportamentali.

 

Cosa si può fare?

La consapevolezza e la conoscenza, sia da parte dei genitori che del bambino, è il primo step fondamentale perché permette di affrontare la situazione con maggiore ottimismo. Inoltre la presa di consapevolezza incrementa la motivazione da parte del bambino ad affrontare la terapia necessaria. È importante che il bambino non si senta solo e che non si manifestino sentimenti di colpa, sia in lui che nei genitori. Il senso di colpa del bambino andrà ad incidere, negativamente, sul decorso del problema e sugli esiti della terapia. Prima di procedere con qualsiasi tipo di terapia, sia farmacologica che psicoterapica, è fondamentale escludere la presenza di altre condizioni fisiche; pertanto è rilevante l’anamnesi medica da parte del pediatra.

L’intervento può essere di tipo combinato: farmacologico e psicologico. Per quanto riguarda quest’ultimo trattamento all’inizio si prevede una fase di psicoeducazione (informazioni inerenti ad esempio lo stile di vita, l’alimentazione ed altre abitudini quotidiane) e di rieducazione alla minzione. L’intervento comportamentale prevede anche l’uso di un allarme notturno, che emette un suono alle prime gocce di urina che escono. Secondo i principi del condizionamento, il cervello del bambino associa il suono dell’allarme con la sensazione di vescica piena e lentamente, nel tempo, apprenderà a svuotare la vescica senza bagnare il letto.

L’intervento psicologico affronterà, qualora necessario, gli aspetti emotivi-motivazionali affinchè il bambino elabori il problema in modo funzionale, senza conseguenze negative per l’immagine e la percezione di se stesso.

 

Riferimenti:

“Psicoterapia con i bambini e le famiglie” di N.Fabbro

“L’enuresi, un problema che non va nascosto” Pediatria Preventiva&Sociale, Anno XI-n.4

www.ospedalebambinogesu.it (articolo a cura del Dott. Mario De Gennaro)

www.sip.it (articolo a cura di P. Ferrara, A. Sbordone, M. Amato)

Foto di stine moe engelsrud da Pixabay