29 Ott Mutismo selettivo: le parole che si bloccano in gola
Mutismo selettivo: cos’è e cosa non è
Il Mutismo Selettivo è un disturbo dello sviluppo relativamente raro caratterizzato da una significativa difficoltà del bambino a parlare in determinate situazioni sociali in cui ci si aspetta che ciò avvenga, come ad esempio a scuola. Al contrario il bambino parla tranquillamente con i genitori e/o con le persone con cui si sente a proprio agio (www.aimuse.it).
Il termine selettivo (sostituito al termine elettivo dal 2000) indica l’incapacità da parte del bambino di riuscire a parlare: non si tratta dunque né di rifiuto né di volontarietà di non parlare. Il mutismo selettivo è un atteggiamento di risposta ad un forte stato emotivo di ansia e preoccupazione. Il bambino con mutismo selettivo ha un grande desiderio di parlare e quando l’ansia non lo blocca riesce a compensare la propria difficoltà comunicando attraverso il canale non-verbale. Sono i bambini stessi a riferire ai genitori che le paroline si bloccano in gola, che non riescono a farle uscire anche se lo vorrebbero proprio tanto! Purtroppo quando l’ansia è troppa ed eccessiva anche il comportamento non-verbale è compromesso: scarso o assente contato oculare, posizione di chiusura con capo chino e spalle in avanti, inibizione motoria e comportamenti ridotti al minimo.
In queste situazioni di forte ansia, l’unica strategia che permette di abbassare l’attivazione fisiologica ed emotiva è il silenzio che funge da rinforzo negativo: eliminando il disagio presente durante la situazione minacciosa permette al comportamento mutacico di mantenersi nel tempo. Il “congelamento” della parola può essere letto come una strategia di difesa di fronte all’incapacità di affrontare le richieste provenienti dall’ambiente (Capobianco, 2009).
Il mutismo selettivo potrebbe essere confuso con altri disturbi in cui è presente un’assenza del linguaggio, come ad esempio disabilità intellettiva, autismo, psicosi o ipoacusie: è pertanto necessario svolgere una approfondita valutazione iniziale al fine di escludere altre diagnosi. Inoltre l’incapacità di parlare non è dovuta da un disturbo della comunicazioni o dal fatto che non si conosce la lingua.
Un modello multimodale come spiegazione al mutismo selettivo
La causa del mutismo selettivo non è riscontrabile in un unico fattore, si tratta piuttosto di una ipotesi eziologica multifattoriale dove è presente un’influenza reciproca tra fattori temperamentali, genetici, familiari ed ambientali. L’ipotesi secondo qui il mutismo selettivo sia una conseguenza di un trauma è stata abbandonata da molto tempo, ma ciò non significa che un’esperienza traumatica non possa essere un fattore scatenante il disturbo (Salvi E., 2016)
Alcuni dati sul mutismo selettivo
Il mutismo selettivo ha un esordio tra i 3 e i 6 anni, anche se molto spesso viene riconosciuto e diagnosticato solo con l’ingresso alla scuola elementare (D’Ambrosio e Coletti, 2002). Tale ritardo è dovuto dal non riconoscimento del disturbo, spesso confuso con timidezza o atteggiamento oppositivo-provocatorio del bambino (Trivelli F., 2015). Il mutismo selettivo sembra essere presente tra lo 0.2% e il 2% della popolazione, interessando maggiormente le femmine rispetto ai maschi con un rapporto di 2:1 (Cunningham et al., 2006). Questa prevalenza nelle bambine è spiegata dal fatto che il sesso femminile è maggiormente predisposto ai disturbi internalizzanti, quali il disturbo d’ansia e quindi il mutismo selettivo. Le stime inerenti l’incidenza di tale disturbo non sono del tutto certe, sia per la difficoltà nell’intercettarlo e sia per la poca presenza di studi in merito al mutismo selettivo.
Come aiutare un bambino con mutismo selettivo?
Il primo aiuto è quello di non rinforzare il comportamento mutacico, evitando che l’ambiente circostante concentri la propria attenzione sul mutismo del bambino chiedendogli di parlare. Spesso per far parlare il bambino vengono fatte richieste, suppliche, promesse di regali e perfino minacce: tutto ciò invece di ridurre l’ansia crea nel bambino un forte senso di frustrazione aumentando ancora di più l’evitamento di quelle situazioni in cui ci si aspetti che parli (Salvi E., 2016). Il bambino viene aiutato quando si cerca di creare attorno a lui un clima disteso, tranquillo e privo di ansia privilegiando la comunicazione non-verbale o scritta. Il bambino deve percepire che l’adulto di riferimento non sta aspettando che parli ma lo accetta nonostante la sua difficoltà.
Per quanto riguarda il contesto scolastico il bambino deve essere tutelato attraverso la stesura del PDP (piano didattico personalizzando) avendo in quel dato momento un Bisogno Educativo Speciale (BES).
Molti studi hanno dimostrato che l’intervento più efficace sia quello cognitivo-comportamentale: è possibile ridurre l’ansia di questi bambini individuando le dinamiche comportamentali e cognitive che mantengono il mutismo (Capobianco 2009). In caso di età prescolare è preferibile un intervento indiretto, lavorando quasi esclusivamente con i genitori.
L’obiettivo principale non è “far parlare il bambino” ma fare in modo che si possa sentire più tranquillo, rilassato e meno ansioso con le persone che lo circondano.
Per fare ciò è necessario che l’intervento sia, come in tutti i disturbi in età evolutiva, a 360° coinvolgendo la famiglia, la scuola, il professionista e i contesti quotidiani del bambino!
Bibliografia e Sitografia
- aimuse.it
- Shipon-Blum E. (2010) Comprendere il mutismo selettivo. La meridiana Editore
- Salvi E. (2016) Il mutismo selettivo (in Psicoterapia cognitiva dell’infanzia e dell’adolescenza). Edizione FrancoAngeli
- Trivelli F. et al. (2015) Il mutismo selettivo: il bambino che non riesce a parlare
- Capobianco M. (2009) Il mutismo selettivo: diagnosi, eziologia, comorbilità e trattamento
- Cunningham, C.E., et al. (2006) Social phobia, anxiety, oppositional behavior, social skills, and self-concept in children with specific selective mutism, generalized selective mutism, and community controls. European Children and Adolescent Psychiatry, 20, 1-11.
- D’Ambrosio e Coletti (2002) L’intervento cognitivo-comportamentale nel trattamento del mutismo selettivo
- Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5)