Per bambini ed adolescenti

La Balbuzie

La balbuzie è definita come un disturbo della fluenza ad esordio nell’infanzia e viene inserita all’interno dei disturbi della comunicazione. La manifestazione principale è un’alterazione della normale fluenza e della cadenza dell’eloquio non adeguata all’età della persona. Questa alterazione è caratterizzata da frequenti ripetizioni o prolungamenti dei suoni, interruzioni di parole, blocchi udibili o silenti, parole pronunciate con eccessiva tensione fisica e circonlocuzioni. I fattori che concorrono nello sviluppo della balbuzie sono: ereditarietà (avere un genitore con balbuzie aumenta del 40% la probabilità di balbuzie nel figlio), età di esordio (i bambini che iniziano a balbettare prima dei tre anni e mezzo hanno più probabilità di manifestare il disturbo), genere (è più frequente nei maschi), contesto ambientale e sociale e caratteristiche individuali del bambino  (temperamento e aspetti cognitivi).

La balbuzie deve essere considerata un disturbo multifattoriale in cui sono presenti componenti non solo linguistiche e motorie, ma anche emotive, cognitive e comportamentali/sociali. Una metafora che ben rappresenta questo disturbo è l’iceberg: l’alterazione dell’eloquio e i comportamenti secondari quali bruschi movimenti del capo, smorfie del viso, strizzamento degli occhi costituiscono la parte che emerge, quanto è osservabile dagli altri (caratteristiche overt); mentre pensieri disfunzionali, preoccupazioni, emozioni di disagio e vergogna, percezione di sé, senso di autoefficacia, credenze e valori rappresentano la parte sommersa (caratteristiche covert).

Il trattamento deve quindi focalizzarsi sia sulle caratteristiche overt che covert, e per quanto riguarda queste ultime viene consigliata la terapia cognitivo-comportamentale.