BULLISMO E CYBERBULLISMO

Bullismo e cyberbullismo sono due termini di uso comune nel vocabolario odierno.

Mettendoli sotto la lente di ingrandimento si possono notare aspetti comuni e tratti di differenza.

Il bullismo, infatti, è un’insieme di comportamenti aggressivi messi in atto da uno o più ragazzi, spesso studenti, nei confronti di coetanei o compagni. È un’aggressione strumentale finalizzata ad ottenere e mantenere una posizione di rilievo. L’obiettivo è, quindi, quello di modificare la struttura del gruppo dei pari e manipolarne le relazioni al fine di guadagnare potere sociale infliggendo volontariamente un danno.

Il cyberbullismo è una nuova forma di prepotenza che consiste nell’uso di internet (social network, blog, email) o del telefono cellulare per inviare messaggi minacciosi alla vittima o per diffondere calunnie su di essa.

QUALI SONO GLI ASPETTI COMUNI?

In entrambi i fenomeni siamo di fronte a caratteristiche come l’intenzionalità, perché sia il bullo che il cyberbullo agiscono volontariamente; la ripetizione degli atti, in quanto l’aggressione è ripetuta ad oltranza nel tempo; il “power imbalance”, cioè un disequilibrio di potere tra il prepotente e la sua vittima, che perde il controllo della situazione.

IN CHE COSA DIFFERISCONO?

Nel cyberbullismo è garantito l’anonimato del bullo sul web, consentendogli di essere ancora più sarcastico, ingiurioso ed offensivo, avendo più basse probabilità di essere scoperto. Questa condizione di “non visibilità” contribuisce inoltre a ridurre il senso di responsabilità morale degli attori verso le vittime.

Sul web l’attacco è intrusivo a livelli elevati perché non è circoscritto al solo tempo scolastico ma pervade anche spazi e tempi privati, 24h su 24, 7 giorni su 7.

Si verifica inoltre una mancanza di empatia: non essendo vis-a-vis, il cyberbullo non vede immediatamente le conseguenze delle sue azioni sulla vittima e ciò può ostacolare la comprensione empatica della sofferenza provata dalla vittima.

L’audience è molto elevato nel mondo virtuale, il post diventa virale in pochi minuti, è accessibile a tutti ed è difficilmente eliminabile dalla rete.

COME SPIEGARE QUESTI FENOMENI?

Secondo l’Approccio socio-ecologico (U. Bronfenbrenner) il fenomeno della prepotenza sociale dipende da una complessa interazione tra influenze individuali e ambientali. Al fine di comprendere ciò che succede è necessario guardare ad un’ottica multilivello, considerando lo sviluppo del bambino e delle sue relazioni sociali attraverso una serie di strutture incastrate l’un l’altra.

Partendo dal microsistema, che è la struttura centrale che si compone delle caratteristiche individuali e dei contesti che l’individuo frequenta (es. contesto familiare, scuola..), si passa al mesosistema che comprende l’insieme delle relazioni tra i microsistemi. L’esosistema è invece dato dall’interconnessione tra due o più contesti sociali, almeno uno dei quali è esterno all’azione diretta del soggetto (per esempio la vita familiare e l’influenza sul bambino del contesto/situazione lavorativa dei genitori). Infine troviamo il macrosistema che racchiude l’insieme delle pratiche culturali della società, delle istituzioni politiche ed economiche in cui viviamo.

L’importanza del contesto familiare e culturale in cui il ragazzo è inserito è quindi primaria ed è su questo fronte che è necessario lavorare.

COME PREVENIRE E CONTRASTARE IL BULLISMO?

1. Attività di SUPPORTO TRA PARI: è utile sia per i singoli studenti sia per la scuola in generale perché permette alle vittime di identificare qualcuno a cui rivolgersi e di percepire che la scuola si sta attivando per aiutarle.

Un esempio è “L’OPERATORE AMICO” che ha come obiettivo quello di cambiare i valori della classe promuovendo rispetto, cooperazione e aiuto reciproco.

2. PEER COUNSELING: è una forma più strutturata di aiuto. Sono studenti formati su abilità di ascolto, comunicazione efficace, empatia e problem solving. Sono supervisionati da uno psicologo o insegnante formato.

3. PEER MEDIATION: l’obiettivo è di arrivare ad una mediazione dopo un conflitto e sono gli stessi studenti che si formano al fine di imparare tecniche di mediazione e sulle strategie di gestione dei conflitti.

4. Percorsi di ALFABETIZZAZIONE EMOTIVA. L’obiettivo è quello di sensibilizzare e aumentare la consapevolezza rispetto ai vissuti provati dagli attori del bullismo.

5. LAVORARE CON LE FAMIGLIE. È fondamentale coinvolgere le famiglie nei programmi di intervento contro il bullismo perché l’ambiente familiare è il primo luogo dove è possibile prevenire il comportamento aggressivo di bambini e adolescenti.

COME PREVENIRE E CONTRASTARE IL CYBERBULLISMO?

La maggior parte degli interventi per sconfiggere il bullismo sono validi anche per il cyberbullismo.

Ma in quest’ultimo ci sono alcune caratteristiche specifiche legate alla tecnologia usata. In tutto questo, cosa possono fare gli adulti?

1°aspetto: i genitori dovrebbero essere più consapevoli di ciò che i loro figli fanno on line. Dovrebbero parlare regolarmente dei rischi della navigazione in rete. Devono sapere perché i social network sono importanti per i figli ma anche che siti visitano.

2°aspetto: è fondamentale stabilire regole chiare nell’uso di computer e cellulari con accesso a internet fornendo ai ragazzi informazioni di come essere al sicuro on line.

3°aspetto: educazione e modellamento. Si devono educare i ragazzi ad essere intelligenti rispetto a ciò che fanno, postano o dicono. Gli adulti devono essere un modello positivo on line.

4°aspetto: se si verifica un episodio di cyberbullismo l’adulto dovrebbe suggerire cosa fare e, quindi, non rispondere e/o vendicarsi ma salvare e documentare le minacce e bloccare gli account devianti.

…E LA SCUOLA?

Anche la scuola ha un ruolo determinante nell’affrontare il tema dell’uso consapevole e corretto di Internet. Bambini e ragazzi rivelano spesso di avere false credenze rispetto al Web e al suo utilizzo e spesso, non ne prevedono i rischi. Il docente, promuovendo la riflessione tra i suoi studenti, può accompagnarli a sostituire tali pensieri con informazioni chiare e corrette, evitando di trasmettere messaggi basati sulla paura e/o limitarsi ad imporre divieti. Molto più utile è aiutare i ragazzi a riflettere su come si possono affrontare o evitare i rischi che i media e internet possono comportare così come analizzare i vantaggi e le potenzialità nell’utilizzo di questi stessi mezzi.